Salvatore Bizzi

Sono Salvatore Bizzi nato a Napoli nel 1971, laureato in Economia e Commercio presso l’Università di Napoli Federico II nel 1998 e dopo i tre anni di tirocinio per l’abilitazione, da 20 anni svolgo il mestiere del Dottore Commercialista nella periferia di Napoli e precisamente a Soccavo, il mio è il piccolo studio di periferia, e nello svolgimento dell’attività, con i miei collaboratori, “cerchiamo” di essere molto vicini alle imprese ed alle loro quotidiane problematiche.

L’anno che è trascorso, segnato dalla rivoluzione copernicana che la pandemia ha imposto ai nostri ritmi sociali, economici, professionali ed imprenditoriali, credo che lascerà nelle generazioni che l’hanno vissuta coscientemente, un segno indelebile, ma auspico che, al contempo, abbia anche contribuito a far riflettere tutti noi sul senso della collaborazione collettiva, reciproca e di comunità, ovvero che azioni e comportamenti impropri, arbitrari e contrari alla Legge di alcuni, possono danneggiare seriamente tutta la comunità e questo non solo durante le emergenze come quella cha abbiamo vissuto ed ancora oggi stiamo vivendo, ma soprattutto nella nostra ordinaria vita di collettività sociale ed economica. I comportamenti umani, lavorativi, politici, sociali e quant’altro, dettati da egoismo, avidità, amor proprio, egocentrismo ed ambizione esasperati di qualcuno, hanno fornito, in questa pandemia, la prova provata che possono seriamente danneggiare il prossimo,  la società civile, imprenditoriale, insomma, gli altri. Forse dovremmo riflettere sul fatto che <<gli altri siamo noi>>.

La politica non mi appartiene, circa 15 anni or sono, un amico che oggi non c’è più, mi chiese di candidarmi alle elezioni comunali, accettai, ma lo feci più per stima e affetto verso di lui che per convinzione. Ma oggi, l’idea di candidarmi come consigliere nella mia città, ha avuto una ferma maturazione proprio in questo periodo, quando nonostante le morti non solo civili, ma anche imprenditoriali/delle imprese, (e dove non solo i primi lasciano segni profondi nella vita delle persone), ci sono state speculazioni, inettitudini, dappocaggini e chi più ne ha più ne metta, e ciò sia da parte di “personaggi”, fino ad oggi anonimi, mediocri e meschini che senza la pandemia sarebbero rimasti nella loro misera grettezza, sia da parte di “politici” e di chi ha gestito il potere e che verosimilmente non si sono fatti un esame di coscienza volto a comprendere se le loro capacità politiche, professionali, intellettuali e umane fossero in grado di gestire il loro compito nell’interesse del popolo e non, viceversa, di bandiera politica o peggio ancora affaristica e lobbistica. Popolo che la nostra Carta Costituzionale innalza a ruolo di “sovrano” e che eleggendo i propri rappresentanti, evidentemente, rimette in loro fiducia, aspettative, gli rimette credito. Ancora, abbiamo avuto i c.d. “tecnici” i c.d. “commissari”, per i  quali mi chiedo se anch’essi, prima di accettare gli incarichi per la gestione dell’emergenza, si siano fatti un esame di coscienza volto a verificare, con estrema onestà intellettuale ed umana, se avessero le capacità professionali, l’idoneità e le attitudini a gestire la vita ed il futuro di tutti noi. Ad oggi, quelle che erano impressioni, sono la certezza, certezza che l’arroganza e i loro deliri di onnipotenza hanno bruciato milioni di Euro in investimenti totalmente inservibili e inutili come i banchi a rotelle, acquisti “pezzotti” come mascherine illegali ed inservibili e tanto altro.

Provo a candidarmi come consigliere comunale della più contraddittoria ed al tempo stesso caratteristica e particolare città del mondo, e se dovesse andare bene, il mio impegno, per quelle che sono le mie modeste capacità umane e professionali, sarà indirizzato esclusivamente su 3 temi, che a mio dimesso parere, se migliorati, perfezionati ed arricchiti nei contenuti, potrebbero fornire alla società civile ed al tessuto imprenditoriale Napoletano e non solo, un piccolo contributo per una società migliore.

Oggi, da cittadino e da professionista, dico che la politica, nazionale e territoriale, pecca di concretezza, di consistenza, di effettività, le norme vengono varate, ma poi chi controlla la loro concreta e reale applicazione sul territorio, negli uffici comunali, nelle banche? Chi entra in una banca a verificare se rispetta le regole verso i singoli, verso i piccoli imprenditori che a fronte di un lungo e dispendioso giudizio civile verso le prevaricazioni, preferisce subire e magari ricorrere all’usura, sicuramente più efficiente e veloce nel rimettere liquidità a chi ha necessità. Oppure chi controlla se il funzionario pubblico rallenta, o peggio omette di fare il proprio dovere, per incapacità, per inettitudine e scarsa preparazione nel proprio lavoro o peggio ancora per arbitrarietà. Quello che manca è un sistema che concretamente e tangibilmente garantisca e tuteli, per quanto di diritto, famiglie ed imprese che si relazionano con soggetti finanziari e P.A.. I rappresentanti territoriali del popolo, possono e devono farsi carico e portavoce nei palazzi locali e nazionali delle esigenze dei marciapiedi, delle strade e dei singoli, di tutti, nessuno escluso.

In sintesi:

  • Maggiore trasparenza e correttezza del sistema bancario verso famiglie ed imprese. La politica territoriale non ha i poteri istituzionali per cambiare le regole nazionali o quelle europee in materia finanziaria e creditizia, ma i comportamenti preclusivi ed arbitrari, oltre il dovuto ed oltre le norme, delle istituzioni bancarie verso l’accesso al credito di famiglie ed imprese, costringono questi ultimi a ricorre agli usurai. Allora, se le banche diventano corresponsabili di un emergenza sociale, territoriale e non solo, quale è l’usura e di qui il rafforzamento della delinquenza organizzata locale, i rappresentanti politici e le istituzioni territoriali devono, e devono, compulsare, denunciare e farsi “cassa di risonanza” verso il governo ed i rappresentanti politici nazionali di quest’emergenza che molte volte viene dimenticata da chi si chiude nei palazzi e non cammina più sui marciapiedi, ed intervenire preventivamente ed incisivamente nelle azioni, nelle condotte e nei comportamenti delle banche verso le famiglie e le imprese che necessitano di risorse finanziarie. Oggi associazioni antiusura patrocinate anche ed enti territoriali intervengono ad aiutare le vittime dell’usura, quindi a problema già incancrenito, bisogna intervenire prima, quindi consentire alle persone, alle famiglie ed agli imprenditori in temporanea difficoltà, ma onesti,  di accedere a forme di credito legale, quindi attraverso le banche. Queste ultime, spesso e  ribadisco spesso, hanno atteggiamenti arbitrari e di prevaricazione verso questi soggetti, trattandoli come mendicanti che bussano alle loro porte con il cappello in mano. Questo è inammissibile soprattutto se si pensa che i danni economici e finanziari che le banche hanno causato sino ad oggi alla collettività, vedasi banca dell’Etruria e via dicendo, a seguito dei propri dissesti per grandi operazioni mobiliari errate o peggio ancora farlocche, li pagano, e li hanno pagati, i cittadini ed i contribuenti Italiani!
  • Sburocratizzazione ed efficientamento dei rapporti tra pubblica amministrazione territoriale e famiglie ed imprese. Ancora oggi, nonostante ci siano leggi nazionali, regolamenti comunali e quant’altro che sono stati concepiti con il nobile e lodevole intento di semplificare la vita di famiglie e imprese, forse il legislatore nazionale e territoriale, non ha ben chiaro e non ancora compreso che le Leggi, i regolamenti ecc. ecc., li applicano gli uomini e le donne che si chiamano dirigenti, funzionari, impiegati ecc. ecc. della P.A., e finché non si interverrà sul modus operandi gestionale, operativo, produttivo e sull’approccio mentale di chi deve poi applicare le lodevoli e nobili Leggi, queste ultime resteranno solo propaganda e buone intenzioni, ma poco cambierà nella vita concreta di famiglie ed imprese. Vi siete mei chiesti se è normale che una buca in una strada prima di 5-6 mesi non viene riparata, se è normale che in alcune strade periferiche i cumuli di immondizia abusivamente sversata vengano rimossi dopo decine di mesi o solo quando trasmissioni come “striscia la notizia” ed i loro inviati “sputtanano” pubblicamente quella amministrazione interessata, e così tutto ciò che riguarda la P.A., quella in particolare napoletana. Cosa fanno i responsabili, chi controlla la corretta manutenzione e pulizia delle strade, ecc. ecc. perché P.A. deve essere sinonimo di lentezza, dimenticanza, omissioni e simili?. Perché se il cittadino segnala e denuncia cumuli di immondizia, strade dissestate, la sua diventa “vox clamantis in deserto”? Chi è responsabile dell’inefficienza operativa della P.A.? Se un cittadino viola le norme cittadine, ad esempio una sosta vietata, percorre una strada contro senso, viene multato entro tempi brevi, perché viceversa le buche, gli alberi pericolanti e tutto ciò che può nuocere ai cittadini ed alla società civile in generale non viene altrettanto velocemente, efficacemente  ed efficientemente effettuato?
  • Equa e giusta imposizione di tasse ed imposte comunali. Mi riferisco alla tassa comunale “regina” delle lamentele soprattutto degli imprenditori incisi dalla stessa: la attuale TARI, prima denominata anche TARSU e via dicendo. Come viene tassato l’imprenditore? Sostanzialmente in funzione della  tipologia di attività e degli spazi destinati e/o utilizzati per la stessa, con alcuni accorgimenti volti a temperarne il prelievo nel caso di alcune attività obbligate a smaltire tipologie di rifiuto a mezzo di aziende specializzate e poi su tali parametri viene applicata la tariffa al mq. Ciò vuol dire che ad esempio due attività identiche come il bar, quindi che producono lo stesso tipo di rifiuti, simili nella dimensione del locale dove si svolge l’attività (ad es. di circa 70 mq) pagano lo stesso importo di TARI, anche se uno produce un fatturato di circa 80.000 Euro l’anno, mentre l’altro, con un maggior numero di clienti, ha un fatturato di circa 200.000. Una tale uguale tassazione, a mio modesto parere, viola il principio costituzionale in base al <<tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva>>.

Io ci provo, mi candido, e se dovesse andare bene, in cinque anni avrò solo, e solo, 3 obiettivi. Vi cito una bella frase di un film del 2010 di Ridley Scott, “ribellarsi e ribellarsi ancora finché gli agnelli non diverranno leoni”,… ovviamente la ribellione deve essere pacifica e civica!

Un Grazie anticipato a tutti quelli che vorranno condividere le mie idee su questi 3 obiettivi e mi daranno fiducia.

Salvatore Bizzi

https://www.larampa.it/2021/05/lega-napoli-completato-coordinamento-cittadino-nomina-responsabili-dipartimenti/