Per chi vuole approfondire sul diritto di credito

Il prof. Muhammad Yunus, ideatore del microcredito e vincitore del Premio Nobel per la Pace nel 2006, ha sostenuto che l’accesso al credito debba essere riconosciuto come diritto umano fondamentale, tutelato e garantito dagli Stati, dalla comunità internazionale e dagli attori del sistema finanziario e bancario. Punto di partenza nella sua argomentazione è stato l’art. 25 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo (1948) che tutela il diritto di ogni individuo ad un tenore di vita sufficiente a garantire la salute e il benessere proprio e della sua famiglia.

Ad ognuno deve quindi essere garantita uguale opportunità di migliorare la sua condizione economica e sociale, cosa che può essere attuata attraverso l’erogazione di credito. Lo Stato in questa concezione rappresenta il garante della corretta attuazione e realizzazione del diritto al credito ed è quindi tenuto ad intervenire in caso di inefficienza delle istituzioni bancarie e finanziarie.

         La normativa italiana in materia bancaria è il cd. TUB (Testo Unico Bancario) che, se per un lato, contempla molteplici strumenti di tutela per il correntista, per l’altro ha dato luogo, in uno ad una serie di discipline generali e speciali, ad una forte tutela del sistema bancario. Tra tali forme di tutela bancaria le principali sono:

1. l’art. 1845 c.c. il quale consente, in caso di giusta causa, alla banca di recedere dal contratto di conto corrente;

2. l’art. 33 del Codice del Consumo il quale stabilisce che, se il contratto ha come oggetto la prestazione di servizi finanziari a tempo indeterminato, il professionista può recedere dallo stesso qualora vi sia un giustificato motivo ed anche senza preavviso;

3. l’art. 117 TUB che, se la regola generale ex art. 1815 c.c. stabilisce per il caso di interessi usurari la nullità in tronco degli interessi, per la banca accorda comunque il diritto a riceversi gli interessi al tasso BOT;

4. la normativa antiusura (L. 108/96) che ha delegato alla Banca d’Italia la rilevazione dei tassi medi, laddove Banca d’Italia attualmente altro non è se non una società di capitali le cui azioni sono detenute dalla Unicredit, MPS, San Paolo, ecc. (per cui i controllati controllano il controllore).

         Tali riferimenti normativi hanno consentito al sistema bancario di autoregolamentarsi ed avere larga tutela anche a livello giudiziario. E, difatti, se di tanto in tanto la giurisprudenza consolida qualche principio in favore dei correntisti o mutuatari (vedi questione su anatocismo o CMS o deposito dei DM di rilevazione dei tassi usurari o nullità delle fideiussioni per violazioni dei modelli ABI), molto più spesso postula dogmi che sono assolutamente sconvenienti per chi fa ricorso al mercato del credito. In tale ultimo senso, si veda la inaccettabile sentenza della Cass. a SS.UU. n. 19597/2020 la quale non solo ha statuito il diritto delle banche a riceversi comunque gli interessi convenzionali pur se il mutuo ha interessi moratori originari usurai (dunque ha disapplicato sia l’art. 1815 c.c., sia il 117 TUB), ma ha anche aggiunto, nel calcolo del TAEG per i mutui successivi al 2003, un ulteriore 2,1% che non si rileva in nessun Decreto Ministeriale di riferimento.

         A che conclusione deve giungersi? Al fatto che, nell’attuale panorama normativo italiano, il sistema bancario ha forme di tutela assolutamente più forti e coriacee di quello creditizio; pertanto, in luogo di ricorrere al canale istituzionale, colui il quale necessita di danaro preferisce oramai servirsi: 1) del credito privato, dunque della cosiddetta usura domestica, la quale, tra l’altro, se per un verso è più esosa di quella bancaria, per l’altro non né richiede la costituzione di forme di garanzia come ipoteche o fideiussioni che molto spesso chi ha problemi di accesso al credito ovviamente non ha; 2) peggio ancora, il ricorso all’usura!

Ci sono stati tentativi di cambiamento? Pochi e inutili. Vedi ad esempio l’Audizione del Direttore Generale dell’ABI Dott. Giovanni Sabatini del 8 luglio 2020 alla Commissione Finanza e Tesoro del Senato….cosa è successo?….solo fumo e niente arrosto, poiché tutti i governi hanno sempre mirato a tutelare la solidità del sistema bancario, piuttosto che la sua trasparenza verso i clienti.

Non da ultimo c’è stato un presidente del consiglio, verosimilmente appartenente alla specie animale degli “invertebrati”, che si è pubblicamente inginocchiato al potere delle banche chiedendo loro un atto d’amore verso il paese e gli imprenditori, concedendogli quel credito che per Legge avrebbero dovuto ricevere durante la pandemia… Ebbene, in tale momento, oltre a vergognarmi di essere Italiano, e non volendo assolutamente mischiare il sacro con il profano mutuando le parole di Primo Levi, mi sono chiesto: …se questo è un uomo…che fa il forte con i deboli e il debole con i forti!

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